Giuseppe Imbrogno | Quello che abbiamo vissuto

Giuseppe Imbrogno | Quello che abbiamo vissuto

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La nascita di un figlio è un evento che sconvolge la vita a vari livelli, rimettendoci in gioco come individui, come genitori, come coppia. Cristina e Alberto, protagonisti di Quello che abbiamo vissuto lo affronteranno come possono, nel modo più perfettamente imperfetto possibile.

di Erika Casciello

Cristina e Alberto sono una coppia privilegiata: benestanti, una bella casa, qualche amico, un buon lavoro, tutto sembra procedere secondo i migliori auspici; l'unica cosa che sembra mancare loro, a completamento di una vita perfetta, è un figlio.

Dopo anni di frustranti tentativi giungono entrambi alla conclusione di mettere via il progetto e dedicarsi alla propria realizzazione individuale che sia nel lavoro, nello sport o verso nuove prospettive di carriera.

Poi la gravidanza inattesa e tutte le dinamiche di coppia vengono rimesse in discussione: Cristina, una donna forte ma dalle grandi fragilità, teme di non essere all'altezza del compito assegnatole; Alberto, d'altro canto, avvia un'aspra competizione con la moglie nel tentativo di mostrarsi un genitore migliore, più competente e preparato, acuendo di fatto le difficoltà nel loro rapporto e spingendola tra le braccia di un fatuo collega di lavoro.

Abbagliato dalla prospettiva di poter assicurare al proprio figlio la migliore educazione possibile, anche attingendo alle più alternative e controverse teorie d'avanguardia, Alberto si imbarca, con un gruppo di genitori capitanati da un'enigmatica pediatra, in quelli che inizialmente sembrano innocui campeggi per ragazzi, disintossicanti dai sempre più presenti device tecnologici e tesi al rafforzare il rapporto genitori-figli.

Lentamente ma inesorabilmente però, come il sasso che rotola dal crinale non sapendo che diventerà valanga, i rapporti s'incrinano e i sospetti serpeggiano, facendo crollare il velo di perbenismo e svelando, all'interno del gruppo, inquietanti segnali di fanatismo e integralismo. Così Alberto vive un déjà vu, ricatapultato a quando, quasi vent'anni prima, si era trovato a correre per i vicoli di una Genova assediata, all'inseguimento di quel leader naturale che è il suo ora ritrovato amico Mario, al quale ha sempre cercato di dimostrarsi all'altezza.

Quello che abbiamo vissuto, al di là dell'allure thriller, è un romanzo piuttosto franco sulle difficoltà del diventare genitori e di come, l'arrivo di un nuovo individuo, metta in discussione tutto il nostro castello di certezze, tutto quello che conosciamo di noi, i nostri limiti, i nostri punti di forza; un'esperienza che porta a galla vecchi traumi, il nostro vissuto come figli, il rapporto con i nostri genitori e infine banco di prova e di stress per la coppia.

Senza sconti, senza la pretesa di indorare la pillola, senza cercare la simpatia del lettore, i personaggi vengono denudati, mostrati in tutte le proprie contraddizioni, frammentati in tutti gli aspetti del proprio essere fino alla consapevolezza che, in fondo, sia proprio tutto quello che abbiamo vissuto a fare di noi quello che siamo e che possiamo trasmettere alle generazioni successive e che, fino all'ultimo giorno, nella vita possa presentarsi un'occasione di riscatto dagli errori del passato, per dimostrare a noi stessi che non è mai troppo tardi per crescere e diventare le persone che vorremmo essere.



Titolo: Quello che abbiamo vissuto
Autore: Giuseppe Imbrogno
Edizioni: rfb
Collana: I superflui
Genere: Romanzo
Pagine: 521
Uscita: Settembre 2022
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