Chouquette | Émilie Frèche

Chouquette | Émilie Frèche

La borghesia francese, la crisi finanziaria e i risvolti di una crisi esistenziale, quella di Catherine ma non solo.

di Chiara Bianchi

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L’elaborazione di un trauma passa per l’accettazione. La protagonista di Chouquette, scritto da Émilie Frèche – pubblicato da LiberAria Editrice e tradotto dal francese da Marina Karam – non riesce a muovere i passi giusti per accettare di aver vissuto accanto a un uomo fedifrago che l’ha abbandonata per una donna più giovane. Ma Catherine è molto di più: è madre di una donna che ha scelto una vita completamente opposta alla sua, ha un nipote di cinque anni dal quale non vuole essere chiamata nonna. Riesuma infatti un suo appellativo di gioventù – Chouquette – e si fa chiamare così, affinché il peso degli anni e dei fallimenti non si riversino sul rapporto con quella piccola creatura. 

Catherine vive nell’agio, il suo ex marito non le ha fatto mancare nulla di materiale: vacanze, case, gioielli, privandola dell’amore. In queste pagine si condensa tutta la sua vita in soli tre giorni. La protagonista è pronta per un fine settimana di divertimento, a quello non ha mai rinunciato, sempre nell’attesa del suo ex. Sceglie di portare con sé Diane una sua conoscente che le darà un bel po’ di filo da torcere e nel contempo ella stessa sta attraversando un momento difficile. 

“Jean-Pierre arriva venerdì”, continuava a dire, “fra tre giorni è qui e siamo ancora in alto mare!” Era completamente ossessionata dall’arrivo del marito... Sapere che stava farneticando era davvero preoccupante. Perché con ogni evidenza Catherine non si rendeva nemmeno conto di mentire a sé stessa. La storia che si raccontava era diventata la sua realtà, e non esisteva più niente.

Il nipotino, lasciato in un campo estivo dai genitori in partenza per l’Africa, sta male. Catherine è l’unica che può occuparsi di lui. Le certezze di Catherine sono destinate a naufragare con la presenza del bambino. E tra crisi finanziarie che ammorbano la borghesia, feste in yatch e nuovi incontri, Catherine si troverà faccia a faccia con la realtà, quella che fino a quel momento non ha voluto né vedere, né accettare. Sembra un percorso riabilitativo di un’esistenza vissuta nell’agio dell’attesa della felicità. È la fotografia di un momento storico, una critica al denaro e alle conseguenze arrecate alle persone, un grido di protesta contro i sette vizi capitali. 

Un romanzo breve pieno di bollicine e fallimenti, commedia e ironia sfiorano i temi caldi disseminati in ogni riga. 

Una lettura piacevole, apparentemente leggera, in cui risaltano i contrasti di una vita privilegiata fatta di paure umane, di dinamiche affettive su più livelli che determinano scelte e veicolano pensieri. Catherine e i suoi sessant’anni passati costruiscono un nuovo immaginario di donna del nostro tempo: priva di punti di riferimento, con le speranze rivolte al passato perduto e uno sguardo appannato eppure lucido sul futuro.

Che cosa aveva fatto di male per meritarsi quel calvario? Proprio lei che, dopo la morte del suo barboncino, aveva giurato a sé stessa di non occuparsi mai più di nessuno...



Autore: Émilie Frèche
Casa Editrice: LiberAria
Pagine: 130
Data di uscita: 01-09-2022

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