Nina Avellaneda | Souza

Nina Avellaneda | Souza
Nina Avellaneda - Souza

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Frammenti e cartoline per raccontare la dissolvenza della vita
di Chiara Bianchi

La vita è come un insieme di pezzi sparsi, sconnessi e spesso mutevoli, molti dei quali sono pressoché vuote e banali giornate per nulla straordinarie. Nina Avellaneda in Souza, pubblicato da Edicola ed. nella collana Al tiro – traduzione di Marta Rota Núñez – compie la magia di raccontare la storia di una coppia senza che accada qualcosa di energico e di stravolgente per i personaggi.

Souza è un muratore, un uomo semplice dalla spiccata sensibilità. A lui piace osservare le persone, specie nel percorso in autobus che ogni giorno lo porta dall’altra parte della città al lavoro. Poi c’è Luiza, attrice in pensione che vive in perenne lotta con il suo personaggio. Entrambi sono alla ricerca dell’altro diverso da sé e, Luiza l’ha trovato in Souza. Insieme formano una strana coppia: non si direbbero amici, ma nemmeno amanti – anche se sottile trapela un erotico trasporto – loro sono vibrazioni della stessa musica.

Li accomuna il Brasile, il loro paese felicemente triste. Lontani o vicini riescono a stare in silenzio senza spiegare. Si aiutano a vicenda nelle richieste più stravaganti – penso a Luiza che chiede a Souza di aiutarla a morire – e danzano sulle note della musica brasiliana tra poesia e decadenza.

Luiza, partita per l’Europa, scrive lettere a Souza, il quale non risponde mai.

Tra salti cronologici e privi di linearità, le scene – i frammenti, appunto – si offrono a differenti ordini di lettura. Questo breve romanzo contiene una moltitudine di tematiche: la morte, il suicidio, la mancanza dell’altro, la marginalità, il silenzio e il Doppio – proprio nelle prime pagine, la voce narrante racconta del suo strano incontro su un autobus con Borges, immaginando che Souza sarebbe affascinato se lo incontrasse, «perché nutre una speciale curiosità per i doppelgänger». A chi appartiene questa voce che teme le sorti del suo personaggio e vuole a tutti i costi che il suo personaggio sopravviva al dolore e alla tragedia? È probabilmente la voce della scrittrice che senza mezzi termini dice che «scrivere è una perdita», perché l’arte fallisce laddove tenti di costruire un palcoscenico artificiale. E guardando al mondo del sogno dice «ciò che nel sogno mi riempiva, il linguaggio lo frammenta».

Il tema centrale è l’identità e la sua ricerca. Lo si intuisce dall’uso che Avellaneda fa del Doppio – quando Souza incontra il suo – lo si ritrova nell’inquietudine alla fuga e al viaggio di Luiza, nostalgica degli anni passati in teatro. L’alternanza tra la spinta verso l’arte di Luiza e le aspettative di Souza per il quale «vivere è la mia vita» trova la sua massima espressione nella ricerca del silenzio, in una delle pagine forse più belle di questa storia: «Che cosa sarebbe il silenzio se smettessimo di parlare.» (pag. 41) che in assenza di interrogativa apre a una riflessione senza confini.


«È vera questa storia, Souza, o la stai inventando per distrarmi?»

«Completamente vera, cara Luizinha, eu não tenho imaginação. Tudo o que eu sei é o que eu vi.» *
*Io non ho fantasia. Tutto ciò che so, è ciò che ho visto.



AUTORE:Nina Avellaneda
TRADUZIONE DI:Marta Rota Núñez
COLLANA:
GENERE:novella
ISBN (CARTA):9788899538736
ISBN (EPUB):
PUBBLICATO:May 2022
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