Marina Garcés – Scuola di apprendisti

Marina Garcés – Scuola di apprendisti
La domanda “Come vogliamo essere educati?” incontra la figura dell’immaginazione: la scuola dell’apprendista. 

di Chiara Bianchi 

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Marina Garcés, filosofa contemporanea e docente universitaria in Spagna, durante il lockdown ha scritto questo saggio, proposto in Italia da Nutrimenti Edizioni e tradotto da Stefano Puddu Crespellini.
La domanda “Come educare?” viene sostituita da “Come vogliamo essere educati?”, questa svolta di punto di vista è proprio ciò che propone questo libro. Prendere in considerazione il punto di vista dello studente, nella sua accezione più ampia, ovvero tutti noi purché impariamo gli uni dagli altri.
Imparare insieme è l’idea perseguita da Garcés. Molti sono gli esempi, tra cui il rapporto tra un maestro di musica e il suo apprendista, in cui il “fare insieme” sostituisce il “ti insegno a fare”.
La scuola di apprendisti è una figura dell’immaginazione ed è uno strumento per analizzare la formazione attraverso gli occhi del discente che non è un cliente, non è una vittima, ma un soggetto politico.

Ed è anche il ruolo degli insegnanti ad essere analizzato: un ruolo che ha perso quell’autorità del passato legata alla conoscenza e al sapere, passando all’estremo opposto, sostenuto dalla pedagogia critica – un antiautoritarismo che ha svuotato ulteriormente il senso della figura dell’insegnante ma che ha lasciato autorità al sistema scolastico divenuto ormai sistema basato sulla burocrazia. L’istruzione è stata trasformata in una macchina per produrre dei risultati.
L’avanzare delle tecnologie e l’uso di internet ha innescato la perdita del valore della memoria, perché tutto può essere cercato in rete.
Ma cosa rende liberi? Secondo Gracés è la consapevolezza della soglia tra il sapere e il non sapere ed è il maestro, l’insegnante, a rappresentare quella soglia.

Viviamo in tempi in cui il futuro è segnato da una catastrofe imminente; dominati dalla paura e dall’incertezza non viviamo il presente, non lo vediamo. Ci abituano alla competizione, alla vergogna che diventa scarto societario – concetto che già Bauman ha trattato in molti suoi libri – fino a farci credere che siamo un prodotto e, se non ben confezionato e adattabile, possibile scarto a riempire le discariche del mondo.
E sull’educare, l’autrice ci dice che è accogliere e condividere, cosa? La vita che è essa stessa inquietudine.
Provare a farsi carico del presente, incontrare l’altro, superando il mito dell’uguaglianza, costruire insieme un rapporto di saperi e non saperi, non è solo un invito alla scuola, ma un nuovo punto di vista per guardare il mondo in cui viviamo.

«Ecco perché dobbiamo apprendere il dubbio che interrompe le credulità del nostro tempo».






Titolo: Scuola di apprendisti
Autore: Marina Garcés
Editore: Nutrimenti edizioni
Pag: 224
Pubblicazione: febbraio 2022

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