Deborah Levy | L’uomo che aveva visto tutto

Deborah Levy | L’uomo che aveva visto tutto
Deborah Levy – L’uomo che aveva visto tutto
Il viaggio dell’antieroe nella confusione dei ricordi in bilico tra realtà e immaginazione

di Chiara Bianchi

+++++

L’opera letteraria di Deborah Levy sta lasciando il segno nel Regno Unito. Qualche titolo, tradotto in Italia, ci ha dato modo di capire il suo mondo scrittorio. Il suo ultimo lavoro, tradotto da Gioia Guerzoni, per i tipi di NN Editore dal titolo L’uomo che aveva visto tutto, ha aspettative davvero alte a partire dalla ipnotica copertina beatlesiana. Saul Adler, avvenente giovane storico viene investito da un’auto a Londra sulle celeberrime strisce pedonali di Abbey Road. È il 1988. Non riporta gravi ferite, ma qualcosa lo turba. Il giorno successivo, Jennifer Moreau, professione fotografa, giovane donna che non ama essere descritta dal suo uomo né adulata, sceglie di lasciarlo. Gli sfugge il motivo di questo abbandono, ma purtroppo non può approfondire, perché è in partenza per un viaggio nell’allora Berlino Est, dove lo attendono le sue ricerche sull’Europa Orientale, Walter e Luna – due giovani alle prese con le contraddizioni della realtà politica e socioeconomica di quegli anni, grazie ai quali Saul si lascerà trasportare dalle emozioni, dal sesso libero, dall’amore, dal fardello di aver tradito se stesso attraverso un atteggiamento artefatto, inconsapevolmente ostile, a causa soprattutto della sua memoria vacillante e inaffidabile.

Quelle parole smossero un dolore che dimorava del profondo di me, insieme ad altri dolori. Come un laghetto di acqua nera rischiarato dalla luna.
Quando non zoppicavo, piangevo. Era un inizio terribile.

Quando però, anni dopo, nel 2016, rimane vittima dello stesso incidente su Abbey Road, Saul intraprende un viaggio intimo alla ricerca di se stesso, per ricomporre la realtà spezzata in cui è immerso.
Quanto è reale quello che ricordiamo? E quanto di ciò che ricordiamo è puro immaginario?

«Ho fatto un gran miscuglio di passato e presente». Le parole mi erano uscite impastate, come se fossi ubriaco.

Indubbiamente siamo di fronte a un personaggio ambiguo e dai tratti narcisistici, che preso dalla sua confusa esistenza non ha mai fatto troppo caso agli altri, al loro sentire.
Saul vaga, così, nello spazio e nel tempo alla conquista di risposte alle proprie memorie fragili, descritte da Levy con passaggi di grande taratura narrativa, nei quali è difficile percepire il confine tra realtà e immaginazione, lasciandoci cadere in quei vorticanti sproloqui interiori o nello scambio di battute con gli altri personaggi, portandoci al limite della vertigine, facendoci perdere il lineare fluire del tempo, vittime insieme a Saul della memoria e della ricostruzione di un passato vissuto spesso senza cognizione di causa.
I piccoli dettagli che incidono la narrazione – permettendo delle interessanti digressioni, ad esempio, sui fatti della Storia – sono come le minuscole schegge di vetro conficcate nella testa di Saul. Che sia Jennifer o Walter o Jack, c’è sempre qualcuno a riportare Saul su una linea temporale di eventi che lui costantemente pare ignorare, qualcuno sempre a ricordargli che nel tempo che passa accadono molte cose, mentre lui pare fermo in un punto indefinito, in una continua atemporalità.
Saul è un narcisista atipico, non è cattivo, non agisce spinto dal suo bene ultimo, è piuttosto guidato da una sorta di autocommiserazione, indifferente al coro di personaggi che attraversano la sua vita per ricordargli di comprare una scatola di ananas o di guardare a sinistra e a destra prima di attraversare la strada.
C’è però un fitto sottobosco identitario, di scoperta di sé, di grandi amori e di sentimenti espressi all’ennesima potenza in questo viaggio dell’antieroe che termina con una mano tesa verso qualcosa, riprendendo il filo di Arianna.

La morfina mi rendeva la lingua più rapida. Cercai di morderla per impedire che arrivasse a dire la verità, ma era troppo tardi.
«Tutti sono sostituibili» dissi «ma il tuo amore non è l’amore che voglio».



DEBORAH LEVY
L'uomo che aveva visto tutto
Traduttore : Gioia Guerzoni
Numero Pagine : 240
Prezzo : 18 €
ISBN : 979-12-80284-35-8
In libreria da : 27-01-2022
Compra sul sito dell'editore


Ti è piaciuto questo articolo? Dacci una mano! Il tuo aiuto ci consente di mantenere le spese di questa piattaforma e continuare a diffondere l'arte.
L'associazione si sostiene senza pubblicità ma soltanto con le tessere associative e l'impegno dei soci.
I Link verso i canali di vendita sono inseriti al solo scopo di agevolare gli utenti all'acquisto.
Sottoscrivi la tessera associativa con una piccola donazione su PAYPAL
Oppure puoi offrirci un caffè.

 

Privacy Policy