Spatriati | Mario Desiati

Spatriati | Mario Desiati

Spatriati di Mario Desiati
Claudia, Francesco e le loro famiglie ci raccontano la geografia dei luoghi nella trasformazione delle loro esistenze

di Chiara Bianchi

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«Quando un fronte d’aria fredda incontra a terra una massa d’aria calda, quest’ultima si alza al cielo. Nascono i temporali. Pioggia e fulmini, acqua e fuoco. Non ho mai capito chi tra i due fosse il caldo e chi il freddo, ma mi ritengo fortunato di aver incontrato il mio fronte opposto in Claudia Fanelli, la spatriata, come qui chiamano gli incerti, gli irregolari, gli inclassificabili, a volte balordi o orfani, oppure celibi, nubili, girovaghi e vagabondi, o forse, nel caso che ci riguarda, i liberati.»

È così che inizia Spatriati di Mario Desiati, edito da Einaudi Editore. La storia di un’amicizia, di una generazione nata e cresciuta in provincia, quella di Taranto, Puglia. 
Ma non è solo questo, è molto di più. È una storia di luoghi, di odori e di colori fatti di cielo mare e terra; di generazioni a confronto, anche quando, quest’ultimo, è bandito dall’incomunicabilità. 

Desiati accende un riflettore sulla generazione dei quarantenni di oggi, cresciuti a cavallo tra due secoli, riapre ferite non ancora ben rimarginate, che sanguinano ancora, legate a quel particolare momento della vita in cui ci si ritrova spersi, spaesati, confusi in quella realtà di provincia sempre uguale a sé stessa, che appare sullo sfondo, raccontata attraverso la natura, l’architettura, la religione, il dialetto, la musica, la letteratura, le persone.
Spatriati si può considerare un romanzo di formazione in cui la geografia dei luoghi gioca un ruolo dominante nel turbinio dei sentimenti. 

I temi toccati sono tanti, le chiavi di lettura infinite e indefinite. 

Desiati ci presenta Claudia e Francesco, due vite parallele, legate dalla stessa inquietudine giovanile, con famiglie tradizionali disfunzionali: un padre e una madre fedifraghi, un padre e una madre vittime della loro inopportuna indolenza, a tratti sconfinante nell’inettitudine, nei confronti dei loro sentimenti feriti. Matrimoni al collasso tenuti insieme dalle apparenze, necessarie per non generare il vociferare tipico della provincia. Ma ciò non basta a tenere insieme le vite delle persone. Desideri forti di evasione, di scoperta, invadono la mente di Claudia pronta a scoprire cosa ci sia al di là delle distese pianeggianti che da Martina Franca arrivano al mare, colme di vegetazione particolare che fa da raccordo tra l’infanzia trascorsa a correre nei prati e l’adolescenza destinata a spegnersi nelle notti stellate ai confini col bosco. La vita dei personaggi scorre al passaggio delle stagioni. 
La Natura protegge, nasconde, persevera. Ed è di quella stessa perseveranza al cambiamento che Claudia si veste per uscire, dal ruolo marginale nel quale vive, alla scoperta del mondo. 
Il calendario della vita di un adolescente segnato dallo scandire dei mesi scolastici, nell’attesa di estati bizzarre e inaspettate. 
Francesco, protagonista e voce narrante, vive i tumulti dell’innamoramento per Claudia, della quale ama il suo essere sopra le righe, il suo anticonformismo, il suo essere sempre altrove. 
Un altrove, prima fatto solo di idee, si trasforma in una fuga verso città lontane alla ricerca di sé stessa che poi è quella la felicità, secondo Francesco. 
Egli invece resta bloccato nella sua bolla di incertezze, con indosso un talamo, prega e confessa i suoi peccati, affida la sua vita inquieta a Dio e a Claudia, fino a quasi fonderli. 
Anime affini, le loro, per loro.

Il destino però ha in serbo esperienze divergenti, parallele. La crescita dei personaggi si alimenta dell’esperienza dell’altro e allo stesso tempo smonta ogni piccola certezza. Terremoti emotivi definiscono ogni passaggio, ogni pensiero. Francesco sogna di vivere una vita felice solo con Claudia. Lei, invece, sogna un mondo senza confini geografici e sentimentali. 
Milano, Londra, Berlino. 
Città, luoghi che appartengono alle scelte di Claudia. Sempre più verso Nord, inseguendo la bussola delle aspirazioni libertine e libertarie. Chi resta pensa a chi fugge, chi fugge pensa a come far fuggire chi resta. E chi torna? 
Nella nebulosa di scelte, frasi spezzate, dialoghi pungenti e necessari, si definiscono come creta le vite e le attitudini dei due protagonisti. Nel loro vivere entra la poesia, la letteratura – interessanti i riferimenti letterari a scrittori e poeti pugliesi di cui fare tesoro e conoscenza – la musica, le città. 

Ogni bivio rappresenta una scelta. La sessualità è messa in discussione, rielaborata, svelata, riscoperta, sperimentata, sognata. Un capannello di persone attraversano le loro vite, intrecciandole e allontanandole, a volte, riempiendole di silenzi. Ma i silenzi sono uno spazio vuoto da riempire e a questo ci pensa la vita. Francesco staccherà il cordone ombelicale che lo legava alla sua realtà, proverà a uscire dai suoi confini raggiungendo Claudia a Berlino, luogo di crescita o di rinascita. Frank, come lo chiama lei, scopre che dietro la maschera indossata da sempre, c’è un sentire nuovo, reale.

Cadono i muri, le barriere, le difese e così, Spatriati non è più solo il racconto di un viaggio, di una fuga verso un luogo geografico, ma diviene un viaggio introspettivo nelle esistenze dei personaggi che gravitano nella storia, con il loro vivere, il loro sentire, le loro scelte. 

La scrittura di Desiati appare trasognante e piena di speranze. Lascia ai lettori il compito di assorbire i sentimenti che attraversano i protagonisti, senza mai lanciare la sfida al giudizio finale. 

Spatriati racconta di come le fragilità di cui siamo fatti non ci abbandoneranno mai, come non lo faranno mai alcuni precetti cristiani sotta la cui ala siamo, inconsapevoli e incolpevoli, cresciuti. 

La sentirete anche voi quella sensazione di melanconia travolgente che accompagna le parole e i pensieri di Frank. Garantito.  

Editore:‎ Einaudi (27 aprile 2021)
Lingua: Italiano
Copertina flessibile: 288 pagine
Peso articolo:‎ 380 g
Dimensioni: 14.6 x 2.3 x 23.1 cm

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