Rainbow Bridge | Drive

Rainbow Bridge | Drive

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Rainbow Bridge | Drive
Guidando a fari spenti nel deserto

Esce il nuovo album della band pugliese Rainbow Bridge dal titolo Drive, a distanza di circa tre anni dall’ultimo disco di inediti Unlock, risalente all’estate 2020.

I Rainbow Bridge fanno musica per cuori caldi e passionali, per amanti del Rock targato ’60/’70, e riescono senza fatica a inserirsi nella dimensione desertica dello stoner più primitivo.
Il loro sound è un’istantanea che secerne sudore e sa di benzina che brucia, un’auto in corsa a fari spenti verso un tramonto rosso acceso all’orizzonte. 

ph. Cosimo Cirilloph. Cosimo Cirillo

La sezione ritmica indica la strada ai riff di chitarra che violenti, feriscono l’asfalto. 
Se ne avverte l’odore, il sapore perfino. 
Afferrandone l’odore e il sapore si avverte il bisogno di andare avanti in un movimento di pellicola in cui ha inizio un film.
Il battito pulsante di un blues nel deserto ti avvolge, catapultandoti in una linea di confine tra realtà e illusione. È così che ha inizio il viaggio, con la dirompente Until my Wings Be Stronger.

In Years of Beer l’aria si fa ancora più rarefatta, e arida avvolge tutto ciò che ha intorno, il suolo si riscalda e un cembalo si fa eco di serpente a sonagli, si attorciglia al corpo, non ti lascia più.

Morbida e strisciante una chitarra si stende su un velluto di corde grosse e pelli battenti e risonanti. Nel buio si abbassa la temperatura, ma pian piano si converte in luce, l’intensità sale e l’acido corrode tutto, persino il metallo: questa è Black Monday

I Saw my Dad Play Air Guitar: ingannevolmente solare, sprigiona energia di performance ad alto volume e strumenti che procedono a combustione.

Il viaggio sonoro di Make Peace è favella a basse frequenze e riff di chitarra, come venissero fuori dagli angoli più remoti di una caverna, o da una dimensione parallela.

La pellicola scorre ancora, Stills Drives incalza ed è quindi giunto il momento di placare i nostri demoni blu.

Tears Never Here malinconica, affascinante, sorprendente in tutta la sua interezza. Un pezzo rappresentativo dello stile, della composizione, dell’intera suite. Quattordici minuti e dieci secondi di passione, sangue e sudore, come l’arte a suo modo pretende.

Con Coming Out il viaggio volge al termine, l’auto corre sempre più veloce, non si può, non si vuole più fermarla. 

I Rainbow Bridge portano fieri la bandiera di chi crede ancora che il rock’n’roll non avrà mai una fine, semmai conoscerà una o più trasformazioni. Il loro album trasuda vera passione e questo pare essere ciò che a loro interessa veramente. Il suono è aspro al tatto e ti trascina pericolosamente nel vortice, ma nel deserto, si sa, visioni psichedeliche spesso sono dietro l’angolo e con punte di spleen toccano l’animo più profondo di chi li ascolta.



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Credits
Giuseppe JimiRay Piazzolla - vocals, acoustic & electric guitars, lyrics
Fabio Chiarazzo - bass guitar, lyrics, background vocals
Paolo Ormas - drums, cymbals, background vocals, lyrics
Arranged &Produced by Rainbow Bridge.
Recorded, mixed and mastered by Cosimo Cirillo at New Born Records studio.
Artwork by Nesia_Earth – Pic by JimiRay
Band photo by Cosimo Cirillo
Press Agency Metaversus


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