Viadellironia | Le radici sul soffitto

Viadellironia | Le radici sul soffitto

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Viadellironia – Le radici sul soffitto
Primo album per la band bresciana, che mostra i muscoli, ma non colpisce

È all'insegna del rock l'esordio discografico di questa band bresciana, tutta al femminile.

Prodotto da Cesareo per Hupakan, etichetta degli Elio e Le Storie Tese, Maria Mirani (voce e chitarra), Giada Lembo (basso), Marialaura Savoldi (batteria) e Greta Frera (chitarra) danno vita ad un album di rock melodico dal sapore un po' retro'.

L'album è caratterizzato da un suono molto energico, con le chitarre, spesso, in primo piano, tanto che lo stesso Cesareo da man forte in tre pezzi (Canzone introduttiva, La mia stanza, Simile a un morente) e una ritmica quadrata.

Forse troppo, tanto da rendere i pezzi un po' troppo prevedibili e simili fra loro.

ph. Dorothy Bhawl

Quello che davvero non convince sono i testi, che danno spesso l'impressione di essere un po' forzati alla ricerca della rima, ed in generale non danno un idea chiara del vero tema di questo lavoro, che dovrebbe essere uno sguardo critico alla decadenza della società e del mondo.

È tutto giusto in questo lavoro; ad iniziare dalla copertina realizzata da Dorothy Bhawl, le collaborazioni, tutte ben riuscite (azzeccatissima quella con Mangoni in “Architetto", la voce molto bella di Maria (Mirani, ndr), ma nonostante questo il disco risulta troppo monocorde ed è un vero peccato perché i Viadellironia dimostrano di saperci fare e da una band all'esordio ci si aspetta qualcosa di più fresco.

Il rock senza un guizzo, una scossa, è qualcosa che si dirige dritto verso l'autocompiacimento.
Urge un cambio di rotta; per il futuro meglio essere meno impeccabili e più imprevedibili

Brano migliore: Stampe Giapponesi

 © Luca Cameli 

 

 

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